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A UN METRO DA TE

Aggiornamento: 19 gen 2021

Negli ultimi mesi la nostra vita ha subito un cambio repentino soprattutto a livello psicologico con cambi d’umore, di abitudini, di comportamenti.

Con l’epidemia da Coronavirus niente è stato più lo stesso, soprattutto dall’ultimo decreto legge, che impone spostamenti ridotti al minimo e possibili solo per “indifferibili motivi”.

Bisogna stare in casa, con la propria famiglia.

E chi la propria famiglia non l’ha vicino? Tutte quelle coppie che stanno insieme, ma non sotto lo stesso tetto? È come stare a migliaia di km di distanza, pur essendo a un passo. Come si può far fronte a questo distacco imposto e improvviso?


Ascoltando, leggendo le argomentazioni di vari psicologi e psicoterapeuti, abbiamo scoperto e analizzato varie tipologie di situazioni.


Molte coppie, amici, persone care sono a distanza ma come si accetta una limitazione del genere dal punto di vista psicologico? Innanzitutto diciamo che si tratta di un’evenienza nuova e insolita; come tutte le cose a cui non siamo preparati, le reazioni possono essere di difficile adattamento, di ansia, paura, sconcerto.

Tuttavia visto che da un punto di vista profondo, inconsciamente, una separazione sia sempre un evento difficile, a cui ciascuno reagisce con gli strumenti che possiede e in base alla sua storia, per cui non è tanto l’oggettiva distanza quanto l’impatto che la separazione ha su quella specifica coppia.


Dopo un’emergenza del genere rivedersi fa suscitare la paura di contagiarsi a vicenda?

È difficile a dirsi, poiché non abbiamo una casistica in tal senso, siamo di fronte a un fatto nuovo. Sono possibili, anche qui, tutto uno spettro di reazioni, a seconda non solo dello stile di coppia, ma del tipo di personalità di ciascuno. Tanto più una personalità è fragile, sono fragili i confini dell’Io, tanto maggiore sarà la paura del “contagio”.

Ma cosa intendiamo per contagio? Non solo quello fisico, ma si possono innescare fantasie patofobiche, in soggetti predisposti, che dopo una vicenda del genere li rendono allarmati, angosciati. Ne può derivare una condotta di evitamento del contatto, di paura, che certo non fa bene alla coppia.

La si supera sia con il tempo, che è sempre un grande curatore, sia facendo appello alla razionalità e alla fiducia nella scienza se ci ha giudicati fuori pericolo, ma, nei casi appunto di personalità già precedentemente ipocondriache o fobiche, può essere necessario un aiuto specialistico temporaneo per superare la crisi.


Le situazioni umane sono infinite. La coppia è sia un organismo a sé, con le sue regole, stili, codici personali, ma è anche fatta di due soggettività distinte, o che dovrebbero essere distinte, a loro volta portatrici di sentimenti, attitudini, attese. Le combinazioni sono quindi davvero molte e spesso non prevedibili.





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